Perchè il “braccio di ferro”?
Il braccio di ferro è stato un interesse che mi ha accompagnato da sempre, inizialmente come per la maggior parte degli atleti, era un interesse puramente amatoriale, in seguito avvicinatomi al vero braccio di ferro sportivo è nata la vera passione.
Quale è stata la tua prima competizione?
La prima competizione non è stata soft come si potrebbe immaginare, fu il supermatch del 2014, dove le categorie esordienti ancora non erano disponibili.
Quale è stato il tuo primo podio?
Escludendo qualche gara amatoriale il primo podio ufficiale è stata la gara di Ivan Pellicciari a Carbonara.
Qual è il risultato che ti ha dato più soddisfazione?
Molte gare le considero come step per giudicare la mia crescita, quindi penso di dover dedicare la maggior soddisfazione alla Coppa Italia 2019, la quale mi ha veramente fornito uno sprone a migliorarmi.
Qual è l’atleta a cui ti sei ispirato?
In verità non ho mai pensato a veri modelli a cui ispirarmi, se dovessi sceglierne uno dovrei indicare il mio prezioso coach, lui mi insegna costantemente a non fermarmi su un tiro, ma sull’essere un atleta completo.
Quali sono i tuoi obiettivi futuri?
Tra gli obiettivi futuri ovviamente c’è il vincere gli italiani e poter partecipare a più gare possibili all’estero le quali donano esperienza e soddisfazione.
Hai una idea che ti piacerebbe proporre alla SBFI?
Considerando il continuo impegno dello staff attuale dell’organizzazione del braccio di ferro nell’apportare continue migliorie, risulta difficile proporre ulteriori idee che siano attuabili.