SBFI - Sezione Braccio di Ferro Italia - Top Players Stefano Cristoiu

Perchè il “braccio di ferro”?

Beh, sono nato in un paese dell’est, più di preciso in Romania.
Li gli sport di forza sono ben visti, così come il braccio di ferro.
Le gare Nazionali le fanno vedere in televisione nei principali canali di sport, come Eurosport ad esempio.
Da piccolo io e mio papà ci divertivamo davvero tanto a vedere le gare, ci sfidavamo anche spesso. Lui fu davvero forte da giovane, a scuola batteva tutti.
Premetto che mio papà fu uno sportivo prima di cominciare una nuova vita in Italia. Per diversi anni fu weight lifter e pugile.
Ovviamente anche a me piaceva mettere alla prova la genetica trasmessa con i miei amichetti a scuola o in giro e anche se ero mingherlino ai tempi, me la cavavo abbastanza bene.
Praticai calcio da diversi anni, fino all’età di 15 anni finchè non mi stufai ed iniziai ad andare in palestra.
Dopo un paio di anni nel 2012 cambiai palestra ed il titolare mi fece notare che li si allenava un Campione di braccio di ferro: il grande Filippo Biasio. Io non ci credetti ai miei occhi e chiesi subito di essere allenato da lui, la voglia di imparare quel sport era più di ogni altra cosa, e così inizia il lungo percorso con lui che tutt’ora, da ben 9 anni, mi segue e mi prepara!

Quale è stata la tua prima competizione?

Passarono 7 mesi di lunghi allenamenti, Filippo mi disse che ero pronto per una gara. Luglio 2012 ci fu una gara di livello bassetto a Chioggia, in provincia di Venezia, più di preciso allo stabilimento “Castello Bianco”. Io non vidi l’ora di mettermi alla prova.
Quel giorno gareggiai solo con il braccio destro, nei 60 kg esordienti. Tanti atleti provenienti dal nord Italia.
Ebbi paura perchè avevano tutti delle braccia enormi, fui estremamente agitato e molto teso. Il primo incontro trovai come avversario il gran Hrant Harutunyan, fù anche per lui la seconda o terza gara, oggi pluricampione italiano.
Una volta salito sul palco non mi ricordai più quello che dovetti fare e ovviamente persi l’incontro.
Riuscii a strappare solo una vittoria, quarto su 6 persone in categoria, ma non pretesi di più, sapevo che sarebbe servito solo per fare esperienza e prendere più coraggio per le prossime gare!

Quale è stato il tuo primo podio?

Sempre nel 2012 ad ottobre, la mia seconda competizione al Campionato Italiano a Gardone di Riviera,
3 mesi dopo la mia prima gara. Mi allenai così tanto in poco tempo che riuscì a strappare un secondo posto nella categoria degli juniores under 18 e così da aggiudicarmi la qualificazione ai Campionato Mondiali del 2013 in Polonia che però non partecipai per motivi lavorativi.

Qual è il risultato che ti ha dato più soddisfazione?

Ogni vittoria raggiunta mi ha dato una grandissima soddisfazione.
In questi anni ho vinto 4 titoli Nazionali tra Juniores e Senior, ho fatto tanti podi internazionali ma se devo essere davvero sincero il risultato che mi diede più soddisfazione fu nel 2016 al Campionato Italiano a Monsano.
Persi da un anno e mezzo mio padre e durante il periodo dei Campionati Italiani a giugno mia madre purtroppo vide i suoi ultimi giorni di vita.
Fù l’anno d’esordio nella categoria dei Senior per me e mi allenai quasi nulla per i Campionati Nazionali.
Il mio morale fu a pezzi ovviamente.
Volevo stare accanto a mia madre ma lei sapeva della gara, sapeva che mi avrebbe fatto bene staccare un po di giorni, quasi mi obbligò ad andare dicendomi che era sicura che avrei portato a casa un bel risultato.
Dento la mia testa sapevo che non sarebbe stato così, sapevo che nei Senior non si scherza e ad un Campionato Italiano si prendono mazzate, soprattutto se è un esordio come fù nel mio caso.
Alla fine ascoltai mia mamma e ci andai per farla contenta.
Sapevo comunque che li arei trovato una seconda famiglia che mi avrebbe accolto.
Il sabato con il braccio sinistro non feci risultato ovviamente, ma il giorno dopo, domenica, qualcuno mi vide di cattivo umore, finchè ad un certo punto mi trovai Ermes Paganin e Giovanni Nimis davanti a me. Mi dissero che il sabato andò male ma oggi sarebbe stato un’altro giorno. Sapevano delle mia situazione e mi dissero di salire sul palco con tutte le forze che avevo, di tirare fuori tutta la rabbia dentro, di farmi valere e di dimostrare a mia mamma che valevo qualcosa. Non sempre si ha l’onore di essere incoraggiato da atleti come Ermes e Giovanni e feci proprio come mi dissero loro. Mi sentii così motivato che riuscii a classificarmi terzo nei senior 75 kg dietro a Accardo Giovanni e Loche Andrea. Fui davvero felice ed orgoglioso di aver portato a casa un risultato così importante, non lo feci per me, lo feci per mia mamma.

Qual è l’atleta a cui ti sei ispirato?

Mi sono ispirato al mio idolo Gasparini Ermes, che ebbi anche l’onore di essere preparato da lui a livello tecnico.
Lo conobbi a maggio del 2012, quando Filippo Biasio mi portò a vedere una gara di braccio nel veronese.
Quando lo vidi gareggiare rimasi impressionato: velocità, tecnica, potenza… micidiale.
Devo tanto anche lui e lo ringrazio infinitamente che ha contribuito e ha dedicato parte del suo tempo a portarmi ai livelli che sono ora!

Quali sono i tuoi obiettivi futuri?

Attualmente sono il Campione Italiano in carica degli 85 kg di destro e di sinistro nei senior, oltre ad essere sesto nel ranking degli assoluti. I miei obbiettivi futuri sono di difendere e mantenere tali risultati. Un altro obbiettivo che voglio aggiungere e di arrivare nei primi 10 classificati ad un Campionato Mondiale.

Hai una idea che ti piacerebbe proporre alla SBFI?

Mi piacerebbe che si introducessero le telecamere a bordo tavolo per un eventuale moviola, tipo (VAR).
Un’altra idea sarebbe quella di creare una Gazzetta del Braccio di Ferro, ovvero come un giornale su ogni tipo di aggiornamento da pubblicare settimanalmente, che parli di squadre, federazione, atleti, ecc…