SBFI People – Daniele Sircana

1. Il Super Match 2016 è stato particolarmente importante per te. Questa volta invece ti vedremo in veste da arbitro. Giusto?

Daniele: Si, in realtà il 2016 è stato un anno tutto molto importante perché avevo preso la decisione di prepararmi per il mondiale in Bulgaria quindi ho iniziato con molto anticipo un persorso di allenamenti indirizzati a quella data.Le gare nazionali mi sono servite come test intermedi per capire lo stato di avanzamento della mia forma e per mantenere il giusto imprinting agonistico.Il Super Match è stato una sorpresa inaspettata.E’ una gara molto selettiva e sinceramente erano anni che non partecipavo proprio perché mi sentivo inadeguato soprattutto nella prima parte dell’anno che per me non ha mai avuto una gran resa.Alla fine decisi di gareggiare perché ero stato invitato da un altro atleta a presentarmi per scontrarsi nella stessa categoria e non sono di certo uno che si tira indietro alle sfide. Dopo aver vinto la categoria contro un forte Lucarelli mi sono trovato ad affrontare l’open.Un open con poche possibilità di riuscita con nomi come Battaglia e Cappa davanti a me,ma la fortuna mi ha aiutato facendoli scontratre tra loro in duri incontri, poi la mia preparazione del momento ha fatto il resto divenendo così il campione assoluto del supermatch 2016.Una bella soddisfazione che si aggiunge al mio palmares.
Quest’anno come hai anticipato sarò presente in veste di arbitro per due motivi:
-il primo motivo è che mi hanno/avete onorato di poter prendere parte al Board arbitrario nazionale.Un ruolo importante e anche questo assolutamente inaspettato,quindi questa è la mia prima gara importante che faccio in veste di arbitro/board e sinceramente sento il dovere di dare il mio contributo nel modo migliore possibile cercando di rendere questo evento impeccabile.
-Il secondo motivo è che ho subito un piccolo intervento chirurgico che mi ha fermato per un paio di mesi e sono ripartito solo adesso con i primi allenamenti,quindi nonostante la ripresa sia abbastanza rapida avrò comunque bisogno di molto più tempo per tornare in forma da gara e scontrarmi di nuovo sui tavoli.

2. Tu sei il coach del team più numeroso che abbiamo attualmente in Italia : i Tyrsenoi. Quanti atleti conta? E quanti di loro prenderanno parte al SUPER MATCH ?

Daniele: La risposta non è così facile,gli atleti che ho a disposizione sulla carta passano tranquillamente i 40.. in realtà gli atletti “attivi” che si alternano nelle varie competizioni sono “solo” intorno ai 25.Purtroppo nonostante il grande impegno che ci mettiamo non è così facile mantenere coinvolti tutti,l’importante però è avere sempre un ricambio continuo degli atleti e ciò può avvenire solo facendo conoscere nel modo giusto la nostra disciplina.
Per la partecipazione diciamo che alle gare più piccole ho una maggior partecipazione da parte di esordienti che hanno modo di confrontarsi con realtà meno impegnative rispetto ad un nazionale o addirittura ad un supermatch.In queste occasioni invece vengono più volentieri atleti più navigati o che , come Gheorghita e Renda , già fanno parte delle prime posizioni del ranking senior nazionale della propria categoria.Suppongo che al Super Match avrò comunque a disposizione almeno una decina di atleti divisi tra esordienti,interessanti neo-senior e senior navigati, insomma ne vedremo delle belle.

3. Il Super Match 2017 promette emozioni forti. Quali sono, secondo te, i motivi principali per cui un atleta non dovrebbe perdere questo evento ?

Daniele: E’ scontato se rispondo “le sfide in programma”? Non me le perderei per niente al mondo, tifo per i nostri ragazzi e ragazze e so che ce la metteranno tutta. Non amo i pronostici quindi me le godrò senza dare nessuna opinione sulle nostre possibilità,dirò solamente forza Italia e dateci dentro. Aldila di queste sfide che sicuramente hanno dirottato l’attenzione prendendo il sopravvento sull’evento stesso direi che assisteremo ad una delle migliori gare mai organizzate dalla SBFI con addirittura la partecipazione del marchio Mazurenko e tutta una serie di streaming nazionali ed internazionali.Inoltre la gara di base è sempre molto bella e l’inserimento della nuova categoria (che avrei preferito ci fosse l’anno passato e qui immaginati un sogghigno arrabbiato) attirerà molti più atleti e ci saranno molti nomi interessanti da vedere in competizione,diciamo che mi servirà anche per studiare i miei futuri avversari.

4. Come si è evoluto il Braccio di Ferro Italiano negli anni?

Daniele: Come ben sai la prima volta che ho messo il mio braccio su un tavolo da gara era il lontano 1992 insieme a pochi altri ho visto la nascita e la crescita della SBFI fino a farne parte integrante sotto tutti i punti di vista ma l’evoluzione che ha subito il braccio di ferro è stata interessantissima. Diciamo che il cambiamento è avvenuto su diversi Fronti:
Tecnologia e conoscenza- Nel ’92 avere un PC era già una cosa straordinaria, internet addirittura era cosa per pochi. A dir la verità neanche sapevamo bene cosa fosse e come utilizzarlo. I siti a disposizione erano pochissimi e con i modem a 16k e successivamente 56k caricare una foto di pochi kb era un impresa e non scherzo perché spesso perdevi pure la linea e la foto non la vedevi neanche. Direi che c’è una bella differenza da oggi che segui sul tuo smartphone in fullHD il tuo atleta preferito in diretta streaming alla gara più importante del mondo oppure basta che associ il suo nome alla parola “training” su una ricerca youtube e puoi vedere come si allena per arrivare a certi risultati. Quindi la domanda sorge spontanea: “e noi come facevamo?” Ciò che dirò adesso è la cosa più assurda che nel 2017 si possa sentire :”racconti”! non conoscevi i tuoi avversari,non gli avevi come amici su facebook ,non conoscevi i loro miglioramenti sapevi le cose attraverso i racconti di chi era stato alle gare e gli aveva conosciuti o provati,e per le gare in Italia era anche “fattibile” ma quando poi si parlava di Mondiali i racconti erano ancora più deliranti.Omettendo completamente nomi e cognomi si identificavano gli atleti solo attraverso la loro cittadinanza che spesso era pure errata.Insomma a volte sembrava di ascoltare delle favole della buonanotte, spesso i più intraprendenti chiedevano in un inglese maccheronico i metodi di allenamento ai campioni più forti e ottenevano risposte tipo :”gioco a tennis” (Sharon Remez). Quindi noi ci inventavamo degli allenamenti,chiedevamo ai più forti e li riadattavamo alle nostre possibilità. Provavamo sulla nostra pelle se un periodo di allenamento fatto in un certo modo ci migliorava o meno e successivamente ci rimettevamo di nuovo in gioco. A differenza di oggi i miglioramenti erano molto meno immediati te lo assicuro.
Alimentazione e integrazione- in quelli anni se provavo a parlare di proteine ai miei genitori mi trovavo confinato in una stanza imbottita, la dieta era semplicemente “mangiare di meno” e non meglio. C’era molta ignoranza di base, sul fronte dell’integrazione poi c’erano dei grossi tabù e non si conosceva come si comportasse il corpo umano. Ricordo ancora che nel pregara qualche vecchio armwrestler mi consigliava di bermi due grappe. Ci sono voluti degli anni prima che si assistesse ad un radicale cambiamento tecnico sull’argomento.I ragazzi di oggi fondamentalmente già tutti hanno una ottima alimentazione da sportivi,come entrano nelle palestre trovano dei trainer che si occupano anche delle loro alimentazioni e integrazioni,magari non tutti saranno bravissimi ma sicuramente non faranno grossi errori almeno.
Misure e regolamento- anche da questo punto di vista tutto è cambiato,prima lo “standard” non esisteva,ognuno aveva il suo tavolo e ognuno con una misura e una consistenza differente,nessuno sapeva quale fosse quella giusta. Poi Claudio cambio le regole del gioco e stabilite quali fossero le misure giuste le rese pubbliche e incarico una ditta per le prime forniture di tavoli standard. Gli arbitri non facevano corsi,ne di base ne di aggiornamento. In genere erano ex atleti volenterosi di dare il proprio contributo e non c’era una tecnica per visionare perfettamente i falli. Soprattutto in fase di partenza spesso (senza colpa chiaramente) alcuni falli non venivano visti a meno che non fossero eclatanti per non parlare poi delle gare minori dove l’atmosfera era ancor più tranquilla e spesso c’era un po’ di lassità arbitraria,ma il momento che vivevamo era così ovunque e per fortuna c’era chi si impegnava e contribuiva col suo operato. In quegli anni era assurdo pensare di vincere un incontro per doppio fallo e quando succedeva spesso volevamo ripeterlo perché “VINCERE” voleva dire altro,voleva essere una dimostrazione di superiorità fisica e non un gesto tecnico,diciamo che eravamo un po’ primitivi ma sicuramente divertenti e divertiti.
Io ho avuto la fortuna di vedere con i miei occhi tutta questa evoluzione e sinceramente tra le mie priorità c’è sempre stata qualle di aggiornarmi e non posso dire che ho vissuto meglio un periodo di un altro,posso però dire che questo sport mi ha sempre divertito molto e mi continua a dare tuttora stimoli per migliorarmi.

5. Daniele, tu sei un motivatore e la tua squadra ne è l’esempio. Puoi dire qualcosa per motivare i giovani ad avvicinarsi al Braccio di Ferro?

Daniele : L’ultima domanda è come sempre la più difficile. A dir la verità non mi definirei proprio un “motivatore” ma diciamo che ho una buona attitudine a credere nel miglioramento e nelle capacità delle persone. Spesso purtroppo sento frasi tipo “smetto perché non sono dotato” oppure “non riuscirò mai a….” ,sono frasi che mi rattristiscono perché sono errori di valutazione e mancanza di autostima. Quando iniziai ero il meno forte di tutti e il mio allenatore non credeva nelle mie qualità genetiche, come biasimarlo, aveva davanti un ragazzetto con leve corte,ossa abbastanza sottili e mani piccole,di certo non ero il più adatto a questo sport però lui non era a conoscenza che avevo altre qualità importanti tipo passione,determinazione e col tempo acquisii la più importante cioè il metodo. Sono un metodico negli allenamenti e non lascio niente al caso,questo mi ha permesso di togliermi diverse soddisfazioni ma soprattutto di avere una visione più aperta delle possibilità che può avere chiunque nel nostro sport. Chiaramente tutto questo prevede una forte dose di impegno e determinazione,di certo non tutti possono diventare Gasparini ma tutti possono migliorare e tanto. Quindi il mio consiglio è credete in voi,nelle vostre capacità,affrontate le sfide con intelligenza e METODO. Non tiratevi indietro ai primi ostacoli con scuse banali, mentireste solo a voi stessi e non assaporereste mai la gloria delle vostre vittorie ma soprattutto dei vostri miglioramenti.
Insomma come disse Socrate :

“E’ una vergogna per un uomo invecchiare senza vedere la bellezza e la forza di cui il suo corpo è capace!”

E con questa importante frase vi saluto e faccio un augurio a tutti gli atleti SBFI di un 2017 di grandi risultati.

Katia Crucitti