SBFI People – Nicola Schivalocchi

Senza dubbio l’atleta più talentuoso dei pesi leggeri degli anni novanta; i suoi tre bronzi mondiali parlano per lui : Nicola Schivalocchi

1. Nicola Schivalocchi, il tuo nome ha fatto la storia del Braccio di Ferro Italiano. Sei stato uno dei migliori atleti del panorama nazionale con più di qualche risultato internazionale se non ricordo male; puoi raccontarmi un po’ di te?
Nicola: Ho iniziato con una gara nel 1992, all’età di 17 anni, dove ho conosciuto Rizza e Benedetti (due guru del braccio di ferro italiano) che mi hanno inserito nel loro gruppo. Negli anni a seguire fino al 1995 ho partecipato a molte gare locali per fare esperienza, e successivamente ho iniziato con competizioni più importanti.In circa 20 anni di agonismo ho partecipato a centinaia di gare di ogni genere, accumulando sempre più esperienza. I risultati migliori sono arrivati solo dopo il 1997 dove ho conquistato circa 10 titoli italiani e 3 bronzi ai campionati mondiali (Russia, USA e Italia). Non avendo mai avuto una dote genetica di forza ho dovuto imparare delle tecniche di abilità e velocità che mi hanno permesso di arrivare ad un buon livello di agonismo negli anni. Nel 2010 poi ho deciso di ritirarmi per alcuni problemi fisici che mi impedivano di dare il massimo in gara. Anche se sono uscito dall’agonismo non ho mai smesso di seguire le competizioni come appassionato.

2. Dall’alto della tua esperienza cosa è cambiato nel Braccio di Ferro di oggi rispetto a quello dei tuoi tempi?
Nicola: il bdf negli anni è cambiato moltissimo, in tanti aspetti. Dalle regole di arbitraggio, alle tecniche di gara e di allenamento, alla forma dei tavoli, oltre al livello tecnico degli atleti. Negli anni novanta bastava avere una buona tecnica o una buona forza e già si potevano raggiungere discreti risultati, oggi invece, grazie anche alle tecnologie di informazione (youtube ecc) il livello medio si è alzato moltissimo, e per vincere bisogna sapere applicare diverse tecniche contemporaneamente. Ricordo che la “velocità” in partenza era considerata un plus che permetteva di vincere molti incontri, oggi invece è la normalità. Anche l’arbitraggio agli inizi permetteva dei piccoli saltelli con il gomito per assestamento degli atleti, cosa oggi impensabile. Il livello è in continua evoluzione, al tal punto che per le sfide più complesse costruiamo degli attrezzi speciali di allenamento come per esempio il “Todd pipe” per contrastare Michael Todd o il “Krasi spoon” per Kostadinov ecc ecc

3. Tu sei il coach del talento Ermes Gasparini, come ti senti oggi dopo la grande impresa da lui fatta contro Michael Todd? Nicola: Sono molto orgoglioso del risultato, e forse non ho ancora ben completamente metabolizzato questo successo tanto è grande. Ermes è nato fuoriclasse e lo sta dimostrando ad ogni sua competizione. Ne sono sempre stato consapevole fin da quando l’ho conosciuto. Credo che sia una grande soddisfazione e una grossa opportunità per il braccio di ferro italiano vedere un suo atleta raggiungere questi livelli, nei top 5 al mondo heavyweight, in mezzo alle sfide storiche tra USA e Russia.

4. Per le sue caratteristiche, a quale armwrestler del passato potresti paragonare Ermes? E perché ?
Nicola: ho letto su vari blog che Ermes viene paragonato a John Brzenk degli anni 80. Addirittura sono in corso dei sondaggi per misurare l’opinione dei follower. Personalmente credo che abbia le caratteristiche per diventare come John. Mi riferisco soprattutto alle vittorie ottenute già in giovane età, come John che già a 20 anni era campione del mondo, e non specificatamente allo stile perché John aveva delle tecniche diverse da Ermes, come per esempio il gancio

5. Puoi dare un consiglio agli atleti? Come si diventa atleti del calibro di Nicola Schivalocchi o Ermes Gasparini ? Nicola: credo che ogni atleta abbia dei punti di forza unici e il segreto sta proprio nel riuscire ad individuarli e potenziarli fino a renderli vincenti. Un esempio lo abbiamo appena visto con Michael Todd, che dopo aver scoperto il suo punto forza con quella posizione particolare del braccio sul tavolo è riuscito ad arrivare nei primi tre posti nel ranking mondiale “overall”

Katia Crucitti